Sabato 17 maggio 2008 abbiamo avuto un incontro con due assessori del Comune di Trino per conoscere la risposta della Giunta Ravasenga sulla nostra richiesta di locali comunali per la conferenza di don Luisito Bianchi, cappellano presso il monastero di Viboldone. La riunione, a cui hanno partecipato anche tre consiglieri comunali di minoranza (Buffa, Calamida e Portinaro), è iniziata con il solo assessore Alessandro Giolito, essendo l’altro assessore (e Vice Sindaco) Marco Felisati momentaneamente impegnato in compiti istituzionali.

L’assessore Giolito ha subito detto NO alla concessione dei locali con delle argomentazioni tanto surreali quanto strampalate che ci hanno fatto considerare come, attraverso simili personaggi, l’orologio della tolleranza e della democrazia stia tornando indietro di 65 anni. Sentite le sue parole: “Io (e come me la pensa il Sindaco Ravasenga) non riconosco i «Senza Sede» come associazione culturale degna di iniziative per le quali il Comune debba concedere dei locali perché il Gruppo, da 4 anni, ci rivolge critiche politiche” (chi dà uno schiaffo alla miseria, sprecando in un sol colpo 117.000 euro, 230 milioni di lire, per stendardi inutili ed antistorici, può forse pretendere di essere lusingato come un “giusto” amministratore della cosa pubblica?). Ed ha aggiunto: “Se, da oggi, e per i prossimi 4 anni, i «Senza Sede» si comporteranno bene e smetteranno di biasimarci, a quel momento vedremo di riconsiderare il nostro rifiuto e di legittimarli come associazione culturale”. Capito? In altre parole: avete contestato il lavoro amministrativo della Giunta Ravasenga, ora vi dovete pentire, fate qualche anno di purgatorio, un adeguato periodo di riabilitazione e forse, dopo, potrete sperare di essere accreditati come tutti gli altri cittadini e tutte le altre associazioni che, ancorché presiedute da uomini di partito, non obbiettano mai alcunché sull’Amministrazione comunale.

Ma l’incredibile è che per l’assessore Giolito non conti nulla, al fine di un riconoscimento civico, il merito dei progetti culturali presentati, che non gli passi per l’anticamera del cervello il chiedersi chi sia, cosa abbia scritto o cosa possa dire alla nostra comunità religiosa e laica (sulla Resistenza, sulla Chiesa, sul lavoro, sul potere) un prete ed un letterato come don Luisito Bianchi. Insomma, per l’assessore Giolito, il metro di misura per definire un’associazione culturale è unicamente il grado più o meno elevato di cortigianeria politica verso la Giunta comunale in carica, il resto (fosse anche la presenza di un premio Nobel per la letteratura) è cosa insignificante.

Non la pensa, fortunatamente, come l’assessore Giolito il collega di Giunta (e Vice Sindaco) Marco Felisati il quale ci ha detto che, unitamente all’assessore Burrone, ha scritto una lettera al Sindaco per avallare il riconoscimento dei «Senza Sede» come associazione culturale e, di conseguenza, la concessione della biblioteca civica per la conferenza di don Luisito Bianchi.

Siamo quindi usciti dal municipio con un NO ed un SI’ alla nostra richiesta di locali, ovvero una non risposta che, se la dice lunga sui difficili rapporti politici e sulle fittizie affinità culturali all’interno della Giunta comunale, non ci consente però di attivare, da subito, l’organizzazione dell’evento. Passano tre giorni e arriva il verdetto ufficiale del Sindaco Giovanni Ravasenga : don Luisito Bianchi, cappellano presso il monastero di Viboldone, non può e non deve parlare nei locali comunali ( non alla biblioteca civica, non al palazzo Paleologo, non all’auditorium scolastico !!!).

Viva la democrazia, viva la libertà, viva l’Italia repubblicana.