In ricordo di Adriano Demaria 

Quando lo rivedremo, Adriano (Demaria) forse non ci biasimerà per averlo accompagnato, l’ultima volta, con due brani musicali tanto diversi: l’«Inno dei Lavoratori» di Amintore Galli (testo di Filippo Turati) e la «Sonata n. 2, op. 35, 3° mov.» di Frédéric Chopin. Anzi, penso che Adriano sarà contento che proprio la «Banda» cittadina abbia sottolineato, con poche note, le sue due grandi passioni terrene: la politica e la musica classica. A non molte persone è dato avvicinarsi a ciò che sosteneva don Lorenzo Milani: “la cultura vera, quella che ancora non ha posseduto nessun uomo è fatta di due cose: appartenere alla massa e possedere la parola”. Ebbene, io credo che Adriano Demaria sia stato una di queste persone, perché attraverso l’intelligenza del cuore ha voluto e saputo affrancarsi da una difficile condizione sociale e, al contempo, appropriarsi di diversi saperi che, in periodi diversi della sua vita, gli hanno permesso di diventare, forse suo malgrado, un energico protagonista di fondamentali interessi civili e collettivi. Operaio edile, militante comunista (il papà Luigi, gli zii Bartolomeo e Maddalena erano stati denunciati, il 9 e 10 giugno 1914, per aver partecipato alle dimostrazioni socialiste contro la guerra), entra a far parte del consiglio comunale di Trino nel dicembre 1964, quando il PCI torna al governo cittadino dopo averlo perso nel 1951. Il Sindaco è il medico Luigi Pezzana che accetta di guidare una giunta socialcomunista. Il trentasettenne Adriano Demaria sarà assessore con altri quattro esponenti del PCI (Giovanni Martinotti, Giovanni Osenga, Gian Franco Coralli, Carlo Tricerri) ed il socialista Carlo Isacco (che diventerà Sindaco alla morte del dr. Pezzana). Con le elezioni amministrative del 7 giugno 1970 il comune di Trino è riconquistato dalla DC che vara un monocolore, diretto da Paolo Pilato, il quale, nel corso della legislatura, si trasformerà in una instabile alleanza DC-PSI-PLI. Per cinque anni Adriano Demaria sarà consigliere comunale di opposizione e, unitamente a tutto il gruppo consigliare comunista (Francesco Varvelli, Domenico Tavano, Carlo Tricerri, Rita Tirone, Giovanni Martinotti, Gian Mario Caligaris, Eugenio Pretti, Eusebio Mandosino), lavorerà per preparare la grande svolta politica del 1975. Infatti con le elezioni del 15 giugno 1975 il PCI trionferà conquistando 12 consiglieri comunali su 20. Il nuovo Sindaco è Mario Bianchi ed Adriano Demaria tornerà a fare l’assessore con la delega ai lavori pubblici. Sono anni di intensa attività amministrativa nel corso della quale l’apporto di chiarezza metodologica ed etica pubblica dell’«anziano» Adriano risulteranno proficui. A lui va ascritto il coordinamento delle iniziative volte al recupero delle strutture edilizie utili alla definizione di nuovi servizi sociali: il riattamento degli alloggi del «castello» di piazza Garibaldi per istituire il centro d’incontro per gli anziani, i consultori pediatrico e famigliare; l’acquisto ed il recupero del Palazzo Biandrà con la creazione di mini appartamenti per anziani; l’avvio del programma di edilizia popolare con l’acquisizione di aree da urbanizzare al fine di realizzare (in via N. Bixio) la costruzione di alloggi dignitosi ed a basso costo; a ciò si aggiungano gli interventi relativi alla nettezza urbana con il passaggio al Comune del servizio raccolta rifiuti, oltre la costruzione di nuovi loculi ed edicole funerarie. Compendio di tutta l’attività di Adriano Demaria come assessore è stata la predisposizione del piano regolatore generale che vedrà la definitiva approvazione quando Adriano diventerà Sindaco dall’11 gennaio 1981, allorché si dimetterà Mario Bianchi che era stato rieletto con la tornata amministrativa dell’8 e 9 giugno 1980. A 53 anni l’operaio edile Adriano Demaria proclamato Sindaco dichiarerà: “Sono felice di essere diventato il simbolo, anche a Trino, di una evoluzione sociale, di mentalità e di costume tale per cui un operaio (può) arrivare alla carica di primo cittadino”. Il comunista tutto d’un pezzo sa parlare a tutti. In occasione del centenario dei Salesiani a Trino osserverà: “Questo desiderio di aggregazione degli ex allievi, che pure operano in attività professionali, culturali e direi anche politiche diverse, c’è da credere provenga dal tipo di formazione educativa che ha caratterizzato l’Istituto nel tempo; concetti che alla fondazione dell’Istituto erano senz’altro d’avanguardia, sono stati recepiti nella Carta Costituzionale Italiana e sono patrimonio abituale dell’uomo nella civile convivenza”. A chi gli chiedeva cosa vuole, dal Sindaco, l’uomo della strada, rispondeva: “C’è quello che vuole che la macchina comunale sia sempre più efficiente. E qui è un dovere accontentarlo. C’è quello che vuole che si intervenga con tempestività sulle varie necessità. E anche questo è doveroso accontentarlo. C’è però chi chiede favori impossibili. E a questo è doveroso non rispondere nemmeno!” Sono anni difficili quelli che il Sindaco Demaria dovrà affrontare: crisi occupazionale (Hydromac, Prolafer, Intermat, TVR) e crisi politica (rapporti conflittuali con il PSI). Si profila l’opportunità della nuova centrale nucleare ed il Sindaco affronta la questione con senso dello Stato e profondo rispetto istituzionale che lo porta sempre a cercare la condivisione delle forze politiche, che, in effetti, daranno in modo unanime in più occasioni. Nel marzo del 1984, in piena crisi politica con il PSI (le elezioni anticipate del 24 e 25 giugno non cambieranno però i rapporti di forza), a chi gli chiedeva provocatoriamente: “Allora hanno ragione i socialisti quando ti accusano di volere la centrale ad ogni costo”, lui, altrettanto seriamente, rispondeva: “Che io sia favorevole alla centrale può essere vero, ma non a qualunque costo, bensì invece solo se le indagini di fattibilità saranno positive e se la popolazione sarà favorevole. La differenza tra la mia posizione e quelle altrui è sui problemi annessi alla centrale. A scuola mi hanno insegnato che per tutti i problemi c’è una soluzione se sono di natura tecnica. Rimangono invece senza soluzione i problemi psicologici e poiché, secondo me, l’installazione di una centrale è un problema prevalentemente tecnico, ritengo sia risolvibile pretendendo garanzie precise, che saranno obbligati a darci, e informando la popolazione”. Questo era Adriano Demaria, uomo e Sindaco, che i fatti di Cernobyl (26 aprile 1986) costrinsero alle dimissioni (giugno 1986), dopo il voltafaccia di una ipocrita Politica priva di coerenza (il 18 dicembre 1984 il consiglio comunale di Trino aveva approvato all’unanimità l’intesa Regione-Comune per la localizzazione di una centrale nucleare sul territorio di Trino in zona Leri-Cavour). Persa questa battaglia, la sua natura di uomo giusto, desideroso di cultura e curioso della vita lo portò a scoprire un grande affetto (Wiltraud) proprio nella città in cui ha sede una tra le più prestigiose orchestre sinfoniche del mondo, ovvero l’Orchestra Filarmonica di Berlino. Ancora recentemente discutere con Adriano della sezione ottoni dei «Berliner Philarmoniker» contestualmente alle scelte economiche della nuova Giunta trinese era come armonizzare le ragioni di una vita che non può essere finita il 26 dicembre 2009.        

Bruno Ferrarotti