Sulle regole......

Il Gruppo Senza Sede ringrazia tutti gli intervenuti e tutti coloro che hanno sostenuto l'iniziativa, contribuendo alla sua riuscita.

L'incontro ha riscosso un grande successo: il pubblico, molto numeroso, ha ascoltato con attenzione la presentazione del libro di Gherardo Colombo "Sulle regole" ed è intervenuto nel dibattito che ne è seguito.

Chi si aspettava una conferenza basata su polemiche e giudizi politici è rimasto sorpreso. Infatti, anziché lanciare accuse, il Dott. Colombo ha molto insistito sulle responsabilità e sui doveri dei singoli Cittadini, che con il loro comportamento possono davvero influenzare la condotta dei "potenti". Infatti, afferma il Giudice, se tutti rispettano le leggi ovviamente chi comanda è obbligato a comportarsi onestamente.

Sono stati citati esempi tratti dalla vita quotidiana: il non rispetto dei Divieti di sosta, l'evasione dell'IVA, per citarne alcuni,  sono un segnale del fatto che tutti, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza, trasgrediscono le regole.

Per cambiare la società è necessario comunque capire che devono esistere dei limiti di azione, che ci deve essere il rispetto reciproco e l'attenzione alle norme.

Il Dott. Colombo ha poi insistito sul fatto che una Legge non è necessariamente giusta solo perché è Legge. Ad esempio nel Medio Evo la tortura era legale, così come la schiavitù, ma noi oggi le riteniamo cose incivili.

Per poter migliorare la Società occorre avere dei valori condivisi, ed i Cittadini, una volta stabilito cosa è giusto e cosa è sbagliato, devono comportarsi sempre tenendo ben presente questi valori. La Costituzione Italiana contiene questi valori, e se fosse applicata interamente il nostro mondo sarebbe migliore.

Questo modo di vivere impone delle scelte e quindi delle responsabilità: spesso le persone preferiscono rinunciare ad una parte della loro libertà demandando ad altri l'esercizio della scelta e della responsabilità, e questo porta alla creazione di una società di tipo piramidale, con un vertice a cui quasi tutto è permesso. Man mano che si scende verso la base di questa piramide i diritti progressivamente diminuiscono, mentre aumentano i doveri.

Invece l'esercizio della libertà e della scelta portano alla creazione di una società di tipo orizzontale, in cui tutti hanno pari diritti e doveri ed in cui ogni singolo può sviluppare al meglio le proprie potenzialità.

Scegliere di essere liberi, scegliere di seguire le regole, scegliere di essere responsabili significa, secondo l'ex magistrato, essere dei veri trasgressivi, ed essere coraggiosi.

La lettura del libro "Sulle regole" costituisce quindi una riflessione sul rispetto della legalità e dell'ordine in periodo in cui si è ormai abituati a ben altro.

 

E su chi non le rispetta.........

Tutto si è svolto come da copione: boicottò la conferenza, sulla Resistenza, di Laurana Lajolo nell’aprile 2007, negò uno spazio comunale per l’incontro sugli insegnamenti di don Lorenzo Milani nel novembre 2007, ora ha vietato l’uso della biblioteca, di Palazzo Paleologo e dell’Auditorium (tre spazi in un colpo solo, a vantaggio dell’efficacia proibizionista) per il dibattito “Sulle regole” di Gherardo Colombo. Tutto con il solito spregio, questa volta per le istituzioni scolastiche (Università del Piemonte Orientale-Facoltà di Lettere e Filosofia e Provveditorato di Vercelli) che hanno patrocinato l’iniziativa, per l’ex magistrato di Mani Pulite e per tutti i cittadini che credono ancora nel valore democratico della informazione libera.

Il Sindaco di Trino Giovanni Ravasenga, regista di questa incresciosa vicenda (non è dato sapere quale  ruolo abbiano interpretato, nella stessa, gli assenti e silenti assessori all’Istruzione, dott. Gianni Rosso, ed alla Cultura, prof. Massimo Miglietta), ha così motivato la sua decisione al Gruppo senza Sede: “La concessione per l’uso (di locali comunali) è rilasciata unicamente per scopi culturali….”. Con tale risposta il Sindaco di Trino, ancora una volta, ha dimostrato come fa a rimuovere ciò che gli dà fastidio: non riconoscendo nei fatti il Gruppo senza Sede come associazione culturale benché sia a conoscenza della sua regolare costituzione avvenuta nel febbraio scorso; di conseguenza, senza nessun diritto, giudica pretestuosamente ed illogicamente, “non culturale” la lezione sulla giustizia dell’ex magistrato Colombo.

Cos’è allora la cultura per il Sindaco Ravasenga (quello, per capirci, che scambia le “cinquecentine” con i fascicoli d’ufficio)? Per noi è lo strumento, come diceva don Milani, che serve a formare cittadini liberi, consapevoli (ciò che Ravasenga teme), responsabili delle proprie azioni, attivi nella società civile ed al servizio delle persone che hanno bisogno; fare cultura per noi significa “passare delle informazioni per allargare le conoscenze”, e per questo il Gruppo ha proposto e proporrà iniziative che hanno radici in ciò che è verificabile, fattibile e giusto, che è in lotta contro l’irrazionalità ed la violenza verbale, le stupidaggini, l’incultura e la retorica. Perché Ravasenga non ha mai il coraggio di incontrare pubblicamente i suoi critici e confrontarsi con loro su ciò che intende (lui) per cultura? Altro che nascondersi dietro il fatto che il Gruppo senza Sede non ha diritto a nulla perché è “un Soggetto che svolge anche, in particolare, attività di chiaro stampo politico”. Ma come fa il Sindaco a non rendersi conto di aver commesso un gesto prepotente, discriminatorio ed antidemocratico nell’aver illegittimamente negato uno spazio comunale pubblico a cittadini che esprimono liberamente le proprie idee, pur se in dissenso con le posizioni della sua Giunta? Tutto questo ha un significato incontrovertibile: voler cacciare dal contesto civico tutti coloro che criticano il Sindaco, lacerare la dialettica sociale, culturale e politica, annullare l’opposizione.

Stiamo però sempre vigili, perché il comportamento del Sindaco di Trino nel “caso Colombo” va oltre la contingenza per giungere al paradigma di una potenziale, allarmante gestione amministrativa del Comune: oggi il rifiuto è toccato ad un gruppo sociale per una questione relativamente “secondaria”, domani potrebbe toccare ad un qualsiasi cittadino vedersi negare una autorizzazione edilizia o commerciale con la motivazione dell’esistenza di una incompatibilità politico-ideologica (autocertificata amministrativamente dal Sindaco di Trino) con Giovanni Ravasenga. Noi, come ci ha insegnato Gherardo Colombo, cercheremo di resistere un minuto in più a questa barbarie senza regole.