Nucleare

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Se l’economia ed il PIL sono ko, ci si aggrappa a tutto per rimetterli in piedi, anche al rilancio del nucleare. Nella Germania all’avanguardia nelle energie solari, il governo ha deciso di prolungare la vita delle centrali, ricavando dalle aziende che le gestiscono oltre due miliardi di euro l’anno sottoforma di tasse sulla produzione, più circa 200 milioni di euro annui per finanziare gli studi sulle energie verdi. Da un sondaggio dell’Unione Europea, il 55% degli italiani considera il nucleare rischioso; il 28% accetterebbe un impianto solo con garanzie di controllo da parte dello stato; il 17% è convinto dei suoi benefici. Come ricaduta sulla nostra economia, ogni impianto costruito in Italia, porterebbe circa 2 miliardi di commesse e 10 mila posti di lavoro, ma è conveniente solo con tassi di interesse bassi circa gli investimenti ( 4 - 5 %), se si dovesse arrivare alla soglia del 10%, verrebbe a cessare la competitività. Una centrale costa circa 5 miliardi di euro e, per essere economicamente competitiva, deve funzionare a pieno ritmo e la sua accensione dovrebbe rispettare al 100% i tempi previsti, altrimenti comporterebbe una perdita economica di oltre 100 milioni di euro, riferibili ad un calcolo fatto su sei mesi di eventuale ritardo nella partenza di una centrale.Il Codacons ha calcolato che con il nucleare, non solo non esiste un risparmio, ma verrà bilanciato dagli ingenti costi di smaltimento delle scorie, (di cui peraltro più nessuno parla a livello governativo). Il sottosegretario allo sviluppo economico Saglia, ha annunciato entro ottobre 2010 un decreto legge a tutela delle imprese che decideranno di investire nel nucleare, promettendo indennizzi se ci dovessero essere in futuro inversioni di rotta della politica. Ha inoltre dichiarato che entro gennaio 2011, si conosceranno i nomi dei primi due siti. ( forse Trino e Montalto di Castro ?). Mancano però le delibere del CIPE circa le tipologie degli impianti e non sono definiti i criteri costitutivi dei consorzi di imprese che entreranno nelle gare d’appalto. Ma al governo conviene rischiare di perdere consensi in questo delicato momento, con elezioni anticipate incombenti, imponendo d’autorità la rinascita del nucleare? Krsko (Slovenia), a 100 km. in linea d’aria da Trieste: qui una centrale nucleare è in funzione dal 1983. Anche qui incombe il problema irrisolto delle score: 2 mila metri cubi, chiusi il 13 mila barili dentro ad un edificio di cemento armato, a cielo aperto, quindi vulnerabile. Qui comunque, mentre si sta progettando la costruzione di un secondo reattore, 40 milioni di euro sono stati investiti dal Comune nella sicurezza dei cittadini. Nei sotterranei del Municipio è attiva una centrale operativa della Protezione Civile, sempre pronta a fronteggiare le emergenze. La radioattività di tutta la città  di Krsko e delle zone confinanti, è costantemente monitorata ed in caso di aumenti dei valori di guardia, una sirena antiaerea segnala il pericolo. 32 militari esperti di emergenze nucleari, chimiche e batteriologiche, dotati di equipaggiamento adatto, sono sempre pronti ad intervenire. In città è stato costruito, tre metri sottoterra, un bunker chiuso da una pesante porta di acciaio e cemento, al cui interno sono disponibili tute antiradiazioni, filtri per l’aria ed il necessario per la sopravvivenza di 250 volontari, addestrati per far evacuare 10 mila persone presenti nel raggio di 3 km. dalla centrale.In un cerchio di 10 km. nella zona più periferica, ci sono 32 rifugi sotto le scuole e gli edifici pubblici, con scorte di farmaci antiradiazioni per 21 mila persone.

Ogni abitante è in possesso di opuscoli con le istruzioni per gestire l’emergenza, persino ai bambini sono stati consegnati opuscoli a fumetti, perché tutti sappiano esattamente come affrontare un disastro nucleare.Ogni abitazione ha uno speciale collegamento TV per ricevere l’allarme ed ogni 2 anni la popolazione è chiamata alle esercitazioni pratiche.(I dati tecnici sono stati ricavati anche dal DOSSIER curato da Lorenzo Franculli e da Fausto Biloslavo, pubblicato da “OGGI” ).

A questo punto una riflessione è d’obbligo :

 Quando vengono fatti i sondaggi, o promosse raccolte di firme pro o contro il nucleare, come temi portanti delle campagne elettorali, forse sarebbe opportuno domandare alle popolazioni : “ Siete informati su cosa sia un disastro nucleare e sulle conseguenze prodotte dalla contaminazione da sostanze radioattive ? Ritenete un vostro diritto essere messi in condizione di affrontare un’ emergenza nucleare, allo scopo di uscirne vivi e senza danni per la salute ? Credete sia possibile ? Forse le risposte della gente riserverebbero non poche sorprese e, portate in Parlamento, potrebbero  avere un impatto sulla coscienza di chi è convinto che basti annunciare che il nucleare è pulito, è sicuro e risolve i problemi energetici ed occupazionali, ammesso che di coscienza sia provvisto.

 Nello specifico :

 Trino convive da 50 anni con la Centrale Enrico Fermi ed il deposito di scorie a cielo aperto. A Trino è mai esistito un piano per fronteggiare l’emergenza nucleare o un piano di  evacuazione, rivolto alla popolazione ? Se si, è mai stata messa in pratica una simulazione di evacuazione della città o di parte di essa ? I cittadini sono al corrente dei rischi che hanno corso e potrebbero correre, mentre è ancora presente sul territorio la vecchia centrale ed  in caso di un nuovo insediamento nucleare ? Non parliamo dei bunker sotterranei a prova di radiazioni e contenenti medicinali e generi alimentari,  irrealizzabili nel sottosuolo a causa del continuo rischio alluvioni. Le uniche garanzie di sicurezza sono forse state le raccomandazioni alla Beata Maddalena, alla Beata Arcangela, al Beato Oglerio ed a San Bartolomeo ? O forse nemmeno quelle ?

Abbiamo semplicemente sfidato il fato ?

Saremo condannati a sfidarlo in eterno ?

L’Italia è un paese serio ?

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